Storia

Castello voluto e amato dai Savoia

La prima pietra per la costruzione del Castello di Moncalieri fu posata nel 1277. Le carte dicono che fu per volontà di Tommaso III di Savoia, detto Tommasino.

La costruzione che si ammira attualmente risale alla seconda metà del ‘400, quando l’edificio fu scelto come dimora dalla duchessa Jolanda di Valois, la quale nel 1475 stipulò il trattato con duca di Borgogna, Carlo il Temerario, e il duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza.

Divenne un autentico castello solamente con i grandi lavori fatti iniziare nel 1559 dalla prima Madama Reale. L'antica fortezza fu trasformata in autentica dimora regale con un grande parco nel quale furono piantati circa duecento alberi. Le sale interne, riccamente arredate, divennero la sede di memorabili ed ambite feste. Da allora i lavori di ampliamento furono continui e il Castello di Moncalieri si impreziosì di capolavori d'arte e di mobili preziosi.

Nel XVII secolo vi fu l’ampliamento del precedente fortilizio e cosi il castello di Moncalieri assunse l’attuale impianto architettonico. In particolare fu Carlo Emanuele I, nel 1610, a dare inizio ai lavori di ampliamento, che furono proseguiti da Vittorio Amedeo I e soprattutto da Madama Reale, Maria Cristina di Francia: I lavori continuarono senza soste per circa 60 anni e avvennero sotto la direzione di valenti architetti, quali: Amedeo di Castellamonte, Andrea Costaguta e Carlo Morello. Interventi significativi di ampliamento furono eseguiti anche nel parco superiore e realizzati giardini e spettacolari giochi di fontane.

Nel prima metà XVIII secolo Carlo Emanuele III fece effettuare numerosi interventi di abbellimento, proseguiti dal figlio Vittorio Amedeo III. Una parte di quei lavori furono vanificati e distrutti dai soldati francesi, che lo occuparono nel 1798 e lo trasformarono prima in bivacco e poi in ospedale. Una funzione che ha poi nuovamente dovuto avere durante la seconda guerra mondiale.

Dopo le distruzioni francesi, il castello ritornò ai Savoia durante la restaurazione e nel 1817 Vittorio Emanuele I ordinò significativi interventi sia di restauro che di nuove costruzioni. In particolare furono costruiti: il maestoso scalone a tre rampe in marmo di Carrara, che conduce al Salone della Regina e la Cavallerizza in fondo alla Piazza d’Armi. Nella seconda metà dell’Ottocento il re Vittorio Emanuele II e la regina Maria Adelaide fecero completamente rivisitare i loro rispettivi appartamenti, che vennero restaurati e arredati secondo le tendenze dell’epoca, eliminando da quei locali le tracce dei secoli precedenti. Nel parco collinare retrostante fu costruita la "Torre del Roccolo", fu ampliato il settecentesco "Ninfeo" e una notevole opera idraulica: si costruì, una grande cisterna per la raccolta delle acque al centro della Piazza d’Armi.

Gli ultimi discendenti di Casa Savoia a vivere nel Castello di Moncalieri furono la Principessa Maria Clotilde (anche conosciuta come la Santa di Moncalieri), moglie di Napoleone III e la figlia Principessa Maria Letizia Bonaparte.

A chi appartiene attualmente il Castello Reale

L’importante complesso attualmente appartiene a diverse istituzioni pubbliche. Gli spazi esterni e i diversi saloni, quindi la maggior parte dell’intera struttura del castello, sono sede del Reggimento Piemonte-Liguria dei Carabinieri.

Gli appartamenti reali appartengono a MiBAC.

Il Giardino delle Rose, che è indipendente dalla Residenza pur essendo inserito all’interno della mura perimetrali, appartiene a MiBAC, ma è affidato al Comune di Moncalieri, che possiede anche il grande Parco retrostante, un'autentica oasi ambientale, per la quale sta per essere realizzato un grande e ambizioso progetto che permetterà ai cittadini di disporre di un'area straordinaria.

Il Proclama di Moncalieri firmato al Castello per sancire la pace con l'Austria

Il Proclama di Moncalieri è uno straordinario atto storico, che ha avuto un'estrema importanza nella storia del Regno del Piemonte e importanti riflessi sulla storia d'Italia.

E' stato redatto e firmato nel Castello di Moncalieri il 20 novembre 1849 da Re Vittorio Emanuele II dopo aver decretato lo scioglimento della Camera dei Deputati.

La storia ci insegna che fu un atto indispensabile per affrontare e risolvere la gravissima crisi istituzionale sorta per le trattative con l'Austria, susseguenti alla sconfitta militare di Novara nella Guerra di Indipendenza.

Oltre a sciogliere il Parlamento subalpino, il Proclama di Moncalieri lanciava un invito ad un voto moderato e coscienzioso, aspetto che fu suggerito al Re dal primo ministro Massino D'Azeglio. Le elezioni, che videro una forte affluenza alle urne, registrò l'affermazione della linea voluta dal Re e dal Governo e che portò alla firma della pace con l'Austria e alla nascita di uno stato nuovo.

Il Proclama di Moncalieri è custodito nel Museo del Risorgimento di Torino.

Il Proclama di Moncalieri ispira docufilm di Gambarotta

Il Proclama di Moncalieri è diventato un docufilm. Si tratta di una fiction di Bruno Gambarotta,  che narra la genesi dell’epopea risorgimentale dalla nascita di Vittorio Emanuele II fino alla Prima Guerra di Indipendenza (1849), della quale il Proclama è l’atto conclusivo.

Il filmato parte da un fatto storico: Vittorio Emanuele II, appena insediato in un momento drammatico in cui è messa in gioco l’esistenza stessa del Regno, scioglie per la seconda volta il Parlamento, e con il Proclama di Moncalieri indice nuove elezioni. Perché questo gesto? Perché a Moncalieri? La soluzione arriva al termine del filmato. Lorenzo Gambarotta supera la storia semplicistica e romantica del Risorgimento per narrare il groviglio di passioni e di visioni contrapposte di personaggi dilaniati da dubbi, e oggetto di pressioni interne ed esterne. Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II, Maria Adelaide, Massimo D’Azeglio, Santorre di Santarosa sono alcuni dei protagonisti che ci fanno scoprire un dietro le quinte di quegli anni. Una storia che ripercorre le tappe che portarono all’Unità d’Italia, con la parabola di Carlo Alberto che in seguito alla sconfitta di Novara, che entra di diritto nel docufilm. consegnò la corona al figlio Vittorio Emanuele. Ma tratta anche la vita privata, il rapporto con la moglie Maria Adelaide e le sue favorite (vedi Laura Bon e Rosa Vercellana).

Spiega la ratio del docufilm il regista Lorenzo Gambarotte, che venerdì sarà presente in sala insieme al papà Bruno ed al cast: “Abbiamo voluto raccontare la genesi dell’epopea risorgimentale nel groviglio di passioni e visioni contrapposte con personaggi dilaniati da dubbi, e oggetto di pressioni interne ed esterne. Abbiamo scelto di raccontarli tenendo sempre conto di quale fosse il loro «orizzonte conoscitivo».

“Le vicende del Proclama meritavano un approfondimento in forma di docufiction, per raggiungere un pubblico vasto - sottolinea l’assessore Pompeo - Bruno e Lorenzo Gambarotta hanno fatto un lavoro eccellente, rivisitando con gusto e cura una pagina di storia cui si guarda ancora oggi come a un punto di svolta. Il tutto facendo leva su una fitta rete, coinvolgendo Film Commission e vari enti museali e fondazioni, associazioni, privati. Il progetto è stato voluto e sostenuto dalla Città e ha visto il contributo di Fondazione Crt e la collaborazione della Pro Loco Moncalieri. Un lavoro che si colloca lungo la linea della valorizzazione della storia e dell’identità del nostro territorio, nostra priorità da sempre”.

Conclude il sindaco Paolo Montagna: “Questo docufilm si inserisce a pieno titolo nel percorso che punta alla valorizzazione della nostra storia. Proprio per questo la Città ha scelto di sostenerne la realizzazione e sarà protagonista della sua diffusione. Ringrazio Bruno e Lorenzo Gambarotta e chi ha collaborato a questo progetto”.

Il docufilm “Il Proclama di Moncalieri” è presentato  in anteprima venerdì 26 gennaio al Cinema Massimo di Torino.